Presentazione:
Nella seconda metà del 1918 la drammatica situazione sociale, alimentare ed economica delle potenze centrali
lasciava prevedere una prossima fine del conflitto: il governo italiano premeva sul Comando Supremo affinchè
l’esercito si ponesse in fase offensiva e cercasse di recuperare le perdite territoriali subite con la ritirata di
Caporetto. Fu elaborato un piano che prevedeva il massiccio impegno dell’avversario sul fronte montano e il
contemporaneo forzamento del Piave in tre punti del medio corso, con direttrici d’avanzata convergenti su Vittorio
Veneto.
L’azione più meridionale, di fronte all’isola di Papadopoli, venne anticipata di qualche giorno per portare lo schieramento di fronte alla prima linea austroungarica; tra il 26 e il 27 ottobre le prime truppe si portarono sulla riva sinistra di fronte a Pederobba e presso Falzè di Piave. La situazione divenne critica per la difficoltà di mantenere i ponti, più volte distrutti dall’artiglieria e dalla corrente del fiume ingrossato per le piogge: il giorno 28 si riuscì a forzare compiutamente l’ostacolo naturale e l’azione potè svilupparsi rapidamente, con l’avversario che dava sempre maggiori segni di disfacimento organizzativo. Il 30 ottobre Vittorio Veneto era raggiunta e l’inseguimento proseguiva lungo le valli alpine e verso il mare di Trieste.