Descrizione: |
Dopo Caprile, SP 641, oltrepassato il torrente Cordevole, a Digonera, parcheggio e Tabellone Interreg orientativo. Strada verso la montagna (costruita dal Genio Militare Italiano nel 1916, progetto S. Ten. Alberto Alpago Novello). Dopo 4 Km. circa, arrivo a Col da Daut, postazioni e gallerie della Grande Guerra. Baracca nell’ampio spiazzo (poco prima, resti di una piazzola per artiglieria e posto di vigilanza, a fianco della carreggiata. Gallerie-ricovero per la truppa e punti di osservazioni su Col di Lana e Val Cordevole). Tra le batterie che sparavano sul Col di Lana, due 152/Marina. Quando fu fatto saltare in aria dalla mina italiana (17 aprile 1916) le batterie di Col da Daut, di concerto con le altre posizionate a raggiera intorno al Col di Sangue, scatenarono l’inferno sulla cima già devastata dalla mina. I morti sepolti dall’esplosione furono circa un centinaio. I prigionieri circa 130. L’itinerario, dopo Col da Daut, prosegue verso Davedino, a circa un’ora di cammino, in falsopiano. Bivio a sinistra, per Moè di Laste, raggiungibile in un’ora. Davedino è una tipica frazione di montagna, ricca di fienili e attrezzi della civiltà contadina. In una casa accanto ad un capitello della Madonna, era ospitato il comando di zona. Davedino è raggiungibile anche in automobile (strada stretta e ripida, parcheggio limitato) dalla SP 563 Caprile-Salesei: bivio a sx. poco a monte di un ponte sul Cordevole che, nel 1915, segnava il confine tra Agordino e Sud Tirolo. |
Aspetti naturalistici e storici:
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L'itinerario si snoda lungo il fianco destro dell'alta val Cordevole e si affaccia sulle cime del Sief e del Col Di Lana rese famose dai sanguinosi combattimenti durante la prima Guerra Mondiale. Lungo l'intera dorsale del Padon, che ospita l'itinerario descritto, come sulle antistanti cime del Col di Lana, affiorano sedimenti di origine vulcanica e lave il cui aspetto scuro e lucente contrasta nettamente con le chiare dolomie delle cime circostanti. |