Luoghi e territori / Fortificazioni del Basso Agordino
La Grande guerra nelle Dolomiti Bellunesi
Scheda luogo:
Dopo che già alla fine dell’800 il Regno d’Italia aveva cercato di chiudere i principali accessi alla conca di Agordo attraverso i passi di Cereda-Forcella Aurine e di fortificare le strette di Listolade e S. Martino, nei primi anni del ‘900 si perseguì nella valle del Cordevole un complesso ed articolato sbarramento, collegato a quelli vicini del Brenta-Cismon e della Fortezza-Cadore-Maè.
Tale sistema difensivo, successivamente integrato nella Linea Gialla, ovvero di massima resistenza in caso di cedimento del fronte, impose la costruzione di postazioni in caverna, ricoveri, osservatori e strade d’accesso di notevole valenza strategica ed architettonica. Per tutta la durata del conflitto e fino ai convulsi giorni della ritirata di Caporetto tale apparato venne via via potenziato, ad esempio a Sella del Col dei Ciot, su M. Zelo e M. Valaraz, a Forcella Folega e Forcella Moschesin, ma non riuscì a sostenere adeguatamente i disperati conati difensivi delle nostre truppe in ritirata lungo il Boite, il Cordevole e il Maè.
Oggi i resti dei manufatti, che in certi casi conobbero pure una rivisitazione durante la II guerra mondiale, sono facilmente raggiungibili con escursioni a piedi più o meno facili dai paesi di fondovalle e si offrono come interessanti mete, in grado di far apprezzare i criteri strategici e i dettami della scienza fortificatoria del tempo.
COLLOCAZIONE GEOGRAFICA e DELIMITAZIONE DELL'AREA
L’area fa parte dei Comuni di Agordo, Taibon, Rivamonte e La Valle e gli itinerari proposti si snodano per lo più sui rilievi lungo il Cordevole, ma talvolta per motivazioni strategiche e tattiche singoli manufatti o ardite strade militari si propongono come suggestive mete anche in direzione di Gosaldo (col Piagher) o dello Zoldano (Forcella Moschesin).