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Luoghi e territori / Forti e fortificazioni del centro Cadore, Oltrepiave e Val boite
La Grande guerra nelle Dolomiti Bellunesi
cadore
Scheda luogo:
La strategia difensiva del Regno d’Italia fin dal 1866 considerò sempre fondamentale il Cadore, realizzandovi prima il Campo Trincerato di Pieve di Cadore e poi la sua naturale evoluzione, ovvero la Fortezza Cadore-Maè. Ad iniziare dalle prime postazioni sui colli dell’Oltrepiave (Col Rive, Col Tagliardo, Col Ciampon), dirette a controllare il nodo di Treponti, alla confluenza tra Piave ed Ansiei, passando per i grandi forti di fine ‘800 nella zona di Pieve di Cadore (M. Ricco, Batteria Castello, Col Vaccher) ed arrivando infine agli ambiziosi impianti corazzati d’inizio ‘900 (Col Piccolo, M. Tudaio, Col Vidal, M. Miaron, Pian dell’Antro, M. Rite), si può dire che ogni paese cadorino abbia avuto la sua guerra preparata.

cadore cadore

A siffatto sforzo fortificatorio si accompagnava infatti tutta una serie di opere accessorie che interessarono con strade e sentieri, osservatori e ricoveri l’intero comprensorio disteso tra Pelmo e Peralba, coinvolgendo spesso nei lavori la stessa popolazione locale.

cadore cadore

L’andamento delle operazioni rese pressoché inutile tale apparato, che ben poco servì nei giorni del dopo-Caporetto, finendo parzialmente distrutto ad opera degli austriaci nell’ottobre 1918. Oggi quasi tutte le opere, alcune delle quali oggetto di importanti lavori di recupero e valorizzazione, si propongono come mete da raggiungere con percorsi più o meno impegnativi in un contesto naturale di per sé affascinante e costituiscono un eccezionale spaccato di architettura, strategia e tattica, in grado di rappresentare al meglio l’evoluzione della scienza fortificatoria italiana a cavallo di due secoli.

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COLLOCAZIONE GEOGRAFICA e DELIMITAZIONE DELL'AREA
L’area interessata dallo sforzo fortificatorio sviluppato in preparazione al conflitto coinvolge in particolare i comprensori di Auronzo, S. Stefano, Vigo, Lorenzago, Lozzo, Pieve, Valle, Perarolo, Cibiana e Vodo di Cadore.
I centri nevralgici della strategia difensiva sono però mutati nell’arco di 50 anni: se nella prima fase hanno interessato soprattutto la confluenza tra Piave ed Ansiei (Treponti) per il controllo delle provenienze da Misurina e dal Comelico e la zona di Tai di Cadore per bloccare gli accessi dalla Mauria e da Cortina, essi si sono poi catalizzati con le moderne opere corazzate su postazioni d’alta quota in Oltrepiave, Centro Cadore e Val Boite. In quest’ultimo settore, relativo alla posizione di M. Rite, sopra Forcella Cibiana, notevoli sono le implicazioni storiche e militari con il comprensorio di Zoppè di Cadore e l’intero Zoldano.

Proposta:
Visualizza la scheda dell'Itinerario "Anello dei colli" >
Visualizza la scheda dell'Itinerario "Forte Pian dell'Antro" >
Visualizza la scheda dell'Itinerario "M. Miaron" >
Visualizza la scheda dell'Itinerario "M. Tudaio" >


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